Il progetto "Archeologia per i valori", sotto l'egida della Fondazione Cariplo, sviluppa un ricco e intenso programma legato al sito modello dell'antica città di Urkesh, una delle più antiche della storia.
Con un importante contributo erogato extra-bando, la Fondazione ha messo in moto una nuova, forte dinamica per il finanziamento della nostra impresa. È un pernio della filosofia filantropica della Fondazione Cariplo che l'erogazione sia non solo e non tanto una elargizione monetaria, quanto una vera condivisione di idee e valori. Le conversazioni con i dirigenti della Fondazione sono una fonte di appoggio morale così come i fondi erogati sono la fonte delle nostre realizzazioni concrete, anche come stimolo per gli altri co-fondatori.
Nella sua premessa al catalogo di una mostra a Beirut, il Presidente Giuseppe Guzzetti ha eloquentemente espresso la tonalità collaborativa della partecipazione della Fondazione Cariplo alla nostra impresa:
"[Tra le iniziative sostenute nei suoi primi 25 anni di attività,] molte sono legate all’impegno della Fondazione nella tutela dell’ambiente e del territorio, nella valorizzazione delle opere dell'ingegno e delle arti dell'uomo.Siamo particolarmente grati a Francesca Zanetta, Commissario della Fondazione Cariplo, per il suo appoggio e per l'interesse con cui segue da vicino e dal di dentro il nostro progetto. È l'esempio più bello di come la consonanza di ideali renda possibile e concretamente fattibile la realizzazione di progetti che a tutta prima sembrano, davvero, "impossibili".
La pubblicazione [del catalogo] è una testimonianza importante di quel che intendiamo quando la Fondazione sostiene progetti per la salvaguardia delle opere d'arte e monumenti del passato: il progetto qui descritto, realizzato dal professor Buccellati e dal suo team, porta in sé proprio molti elementi: studio, scienza, intervento concreto con fatica e passione.
Con questa iniziativa – il merito è tutto di chi l'ha realizzata – la nostra fondazione ha dato coerenza alla propria missione, contribuendo alla conservazione di un patrimonio di enorme valore che rischiava di andare perduto, facendo un'eccezione alle regole che la vedono normalmente impegnata nel sostenere progetti sul territorio italiano, principalmente in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano- Cusio- Ossola.
Il progetto era talmente bello e ricco di significato simbolico che la fondazione ha accettato di fare la propria parte in un'impresa che sembrava impossibile.
Siamo dunque orgogliosi e felici nell'aver potuto leggere dei risultati ottenuti, che questa pubblicazione evidenza ampiamente."