Grazie alla collaborazione, all'entusiasmo e al costante impegno di due nostri collaboratori curdi a Qamishli, abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione verso il passato e il territorio, che toccherà tutti i 22 villaggi all'interno dell'area del parco eco-archeologico.
Il nostro obiettivo è spiegare alle comunità locali l'importanza dell'archeologia, e in particolare di Urkesh, per la loro identità presente e per lo sviluppo di future attività culturali, sociali ed economiche collegate al sito. Vogliamo inoltre sottolineare l'importanza della tutela del paesaggio e delle tradizioni locali – beni preziosi da custodire e mantenere il più possibile in ottimo stato, nonostante e anzi proprio in virtù dei difficili tempi attuali, in attesa del momento in cui essi potranno diventare un tesoro da valorizzare per una rinascita economica e morale dell'intera area.
La presentazione presso il villaggio di Hajji Nasr |
ascoltatori attenti presso il villaggio di Sabahia |
I risultati ottenuti dai primi incontri sono estremamente incoraggianti: un gran numero di uomini, accompagnati da donne e bambini, ascoltano con attenzione le presentazioni dei nostri collaboratori, osservano video e immagini che raccontano loro di Mozan e della civiltà degli Hurriti, sentono le descrizioni delle campagne di scavi e dei materiali rinvenuti a pochi kilometri dai loro villaggi.
Alla fine delle presentazioni, è quasi immancabile la domanda: "Quando torneranno gli archeologi a scavare a Urkesh?".
Uomini e donne chiedono anche come si possono conservare i fragili muri del Palazzo di Tupkish, come si può conservare il paesaggio intorno al sito archeologico, quale può essere il loro ruolo in questo processo.
Ciascun villaggio, infine, riceve diverse copie in arabo, inglese e curdo delle nostre pubblicazioni: in questo modo contribuiamo alla nascita e alla creazione di piccole biblioteche locali, presso le quali i residenti dei centri possono recarsi a leggere e approfondire gli argomenti che hanno sentito presentare da Amer e Ristom.